Sano come un malato

Più ci penso e più mi convinco del fatto che la condizione umana non è una malattia da cui guarire.

Sarà che mi fa strano vedere i sani che si vanno a far curare.

Chi cerca la semplicità attraverso la complessità incredibilmente non si rende conto del suo errore grossolano. Eppure prendo atto basito della frequenza con cui la mente umana si ostina ad ignorare l’ovvio costruendo strutture astratte in grado di far sembrare bianco il nero.

Le stesse persone che osannano uno stile di vita sereno e lineare riescono a volte a perdersi in capriole mentali utili solo a… le capriole stesse.

Ci si chiude in una rete pensando di avere la libertà a portata di mano e ci si avviluppa strettamente in trappole che sembrano avvicinare alla meta quando non fanno altro che renderla sempre più distante.

La speculazione fine a se stessa può essere divertente e può anche aiutare a crescere fino a quando non viene scambiata per qualcosa di tangibile. E quando la realtà verrà a bussare spazzando via quelli che non sono altro che castelli di carte, sarà difficile non essere travolto per chi ha reso complesso ciò che nasce semplice.

Diffida di chi ti propone manuali per godere il momento, di chi ti invischia in strutture per renderti libero, di chi dice di volerti bene e ti manipola, di chi vuole insegnarti ad essere te stesso.

Il mondo non ti giudica, non ti dice che sei sbagliato e non pretende nulla da te. Complicarsi da soli il semplice dono che è la vita è la vera malattia.

ErSandro

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Perché utilizzare Linux

Il web è pieno di articoli che spiegano nel dettaglio e con liste puntuali i vantaggi di Linux rispetto alle sue controparti commerciali e, sebbene condivida tutto ciò che viene detto al loro interno, ho la sensazione che alcuni elementi non vengano mai sottolineati con la dovuta enfasi.

La sensazione è che quasi sempre ci si focalizza solo su due aspetti: Linux è più leggero rispetto a Windows e non ci sono virus. Per esperienza personale posso confermare che quanto detto è vero, ma ci sono altri elementi che, secondo me, meritano di essere sottolineati con altrattanta forza.

Linux è facile

Lo so, quanto ho appena scritto può far sollevare il sopracciglio a molte persone. Linux ha la fama di essere un sistema operativo per esperti, difficile da utilizzare e che richiede conoscenze approfondite anche per eseguire le operazioni più semplici.

Quando si dice Linux molte persone immaginano questo:

Come l’utente medio immagina la Linux-experience

Sebbene sia possibile utilizzare un sistema Linux in questo modo (ed io stesso apprezzo la leggerezza e il minimalismo della riga di comando), pensare che installarlo comporti necessariamente il dover imparare comandi astrusi e il dover fissare uno schermo nero con un cursore lampeggiante è decisamente lontano dalla realtà.

C’è stato un tempo in cui Linux era oggettivamente un prodotto per addetti ai lavori, lontano dalle esigenze di una persona normale che vuole semplicemente navigare su internet, guardare qualche video, ascoltare musica e chattare con gli amici. Sicuramente qualche anno fa non lo avrei suggerito a un amico che cercava un’alternativa a Windows per il computer di casa.

Ma gli anni sono passati e Linux si è evoluto. Oggi la “Linux-experience” assomiglia molto di più a qualcosa di questo genere (clicca per ingrandire le immagini):

(Senza scendere troppo nei dettagli basti sapere che i tre screenshot riportati sono stati presi dalle principali varianti di Ubuntu, una delle distribuzioni di Linux attualmente più diffuse famosa proprio per aver reso più semplice e accessibile questo sistema operativo.)

Ritengo che la maggior parte delle difficoltà incontrate dagli utenti nell’apprendere Linux sia dovuta al fatto che arrivano da Windows e ovviamente alcune cose sono differenti. Per quanto riguarda le operazioni giornaliere, però, il normale flusso di lavoro a cui si è abituati non cambia.

Ci sono le icone, ci sono le cartelle, ci sono le configurazioni del wi-fi e chi più ne ha più ne metta. Se anche chi di computer ci capisce poco è in grado di passare da un pc Windows a un Mac allora è un dato di fatto che potrebbe abituarsi all’interfaccia di una distribuzione Linux con la stessa facilità.

Le differenze sostanziali si riscontrano solo nel cuore del sistema operativo, per un utente medio utilizzare Linux comporta un cambiamento quasi esclusivamente estetico.

Per assurdo mi sento di affermare che meno si è esperti di computer (e quindi meno si utilizzano le funzioni avanzate del sistema operativo) più è semplice e indolore la transizione a Linux.

Compatibilità con i file

Una delle domande che spesso mi sento rivolgere quando suggerisco ad un amico o un’amica di provare Linux è: potrò aprire i miei vecchi file?

Quello che molti non sanno è che la possibilità di aprire o meno un file non dipende dal sistema operativo, ma dall’avere a disposizione il programma adatto. Per capirsi meglio: per aprire un filmato .mkv (tipico formato dei video in HD) poco importa se il sistema operativo è Windows, Linux o MacOS, quello che serve è il programma adatto. Anche sotto Windows sarebbe impossibile aprirlo qualora l’utente non avesse installato un riproduttore video compatibile con tale formato.

La buona notizia è che per Linux esiste una miriade di programmi in grado di aprire qualunque file possiate aver salvato sotto Windows. In molti casi si tratta degli stessi programmi a cui si è abituati, per esempio firefox e vlc esistono anche in versione Linux.

Le eccezioni in questo senso riguardano solo file molto specifici creati con software proprietario professionale (i file di autocad per esempio), ma per tutto quello che riguarda filmati, musica e foto il problema non si pone.

Tanto per capirsi: è possibile farsi passare delle foto (tipicamente formato .jpeg) su chiavetta da un amico che utilizza Windows o MacOS, aprirle sul proprio pc con installato Linux, modificarle con un programma di fotoritocco e ripassargliele senza che si presentino problemi di compatibilità.

Io stesso che utilizzo esclusivamente Linux non ho alcun problema a scambiare file e documenti con utenti che si affidano a sistemi operativi differenti.

Linux è libero

Più che per gli aspetti funzionali per me utilizzare Linux è una questione di principio: io credo nell’open source e in tutto ciò che questa filosofia comporta. Perché ostinarsi a utilizzare software proprietario quando esiste un’alternativa libera? Perché craccare programmi a pagamento (con tutti i rischi di infettare il proprio pc con virus e malware che tale pratica comporta) quando esistono alternative gratuite? Perché affidarsi a un sistema operativo sviluppato per essere venduto quando ne esistono altri creati e sviluppati dagli utenti per gli utenti con l’unico fine di fornire al prossimo un prodotto di qualità?

Una delle sensazioni che ho provato le prime volte che ho utilizzato Linux e che ancora adesso mi viene riportata da chi vi si approccia per le prime volte è quella di sentirsi finalmente in controllo del proprio pc.

E’ difficile da descrivere, ma con Windows avevo sempre l’impressione che il sistema operativo non fosse trasparente, che provasse costantemente a fare qualcosa che non mi serviva e che non desideravo. Chi si è trovato almeno una volta una barra in più all’interno del web browser senza sapere da dove provenisse o un virus che si è autoinstallato senza che ce ne si rendesse conto sa di cosa parlo. Con Windows dovevo sempre stare all’erta, come se il sistema operativo remasse contro di me e tentasse in modo subdolo di propormi cose che non desideravo e di cui non avevo bisogno.

Da questo punto di vista Linux non solo è libero, ma di fatto libera l’utente proprio per la sua natura non commerciale.

Istintivamente per l’acquisto di un prodotto vi fidate di più di un consiglio di un amico o di un manifesto pubblicitario? Cosa rende il consiglio più affidabile se non il fatto che il vostro amico non guadagna nulla dal suggerirvi qualcosa che ritiene valido? Non è forse proprio la presenza di un interesse economico/commerciale a creare una comunicazione poco trasparente quando non palesemente ingannevole?

Ecco, con Linux il discorso è il medesimo. Nessuno guadagna nulla dal fatto che lo utilizziate o meno, non c’è quindi necessità di prendere l’utente per il naso. Usando Linux sono più rilassato perché ho un sistema operativo che lavora per me, non per una multinazionale che vuole solo piazzare i suoi prodotti.

Con Linux libertà non vuol dire solo gratuità ma anche libertà dalle logiche commerciali.

La libertà di Linux va oltre permettendo a chi lo desidera di lavorare sul codice stesso del sistema operativo, ma capisco bene che si tratta di qualcosa che all’utente medio interessa poco.

Provare non costa nulla

Se doveste aver voglia di provare una versione di Linux la rete pullula di articoli che spiegano come creare un disco o una chiavetta avviabile che permetta di testare una distribuzione senza bisogno di installare nulla sul pc o su come creare e configurare una macchina virtuale che permetta di provarla senza neanche il bisogno di riavviare il computer. Se vi è venuta la curiosità di provare basta un po’ di buona volontà (o l’assistenza di un amico smanettone) per cominciare a muovere i primi passi nel mondo dell’open source.

In fondo, cosa c’è da perdere?

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Come sempre si comincia dall’inizio

Questo blog l’ho creato tempo fa, quando mi sono registrato sul sito autistici.org. Sono bravi ragazzi e anche io sono un informatico. Mi piacciono i loro principi, mi piace il loro modo di fare e mi sono piaciuti anche di persona quando sono andato alla presentazione del libro che racconta la loro storia.

La pagina l’ho tirata su quasi per gioco, così, tanto per prenotarmi uno spazio online qualora avessi avuto voglia o bisogno di buttar giù qualche pensiero.

E adesso li ho entrambi.

Benvenuto caro navigatore sperduto del web, da oggi si ricomincia.

ErSandro

 

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